28 – 11- 2016

EVENTI
Verona, Teatro Laboratorio: festival “Non c’è differenza” dall’1 al 5 dicembre 

Al via dall’1 al 5 dicembre la terza edizione del Festival “Non c’è differenza” ideato da Isabella Caserta e organizzato dal Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio con l’obiettivo di porre l’attenzione sull’altro da sé. Giorni “vivi” in cui chi opera nel settore e chi invece non lo conosce possa avere modo di interscambiare informazioni ed esperienze anche con operatori specializzati. In collaborazione con Dismappa di Nicoletta Ferrari, che dal 2012 si occupa di accessibilità e ha realizzato il progetto Casa Dismappa. Proprio a Casa Dismappa si terrà il 29 novembre l’anteprima Festival con una video conferenza con Iacopo Melio. Dall’1 al 5 dicembre gli eventi si svolgeranno al Teatro Laboratorio all’Arsenale con un calendario ricco e variegato dove si parlerà di differenza declinandola in varie sfaccettature.
Il programma completo del Festival è il seguente.

29 novembre ore 11.30 – Casa Dismappa, corso Porta Borsari 17
CONFERENZA STAMPA
Isabella Caserta presenta il Festival Non c’è differenza 2016
DISMAPPA DÀ I NUMERI
Dopo 4 anni e mezzo di attività e oltre 5000 articoli sul sito dismappa.it si tireranno sinteticamente le somme sull’accessibilità a Verona
VIDEO CONFERENZA CON IACOPO MELIO
Iacopo Melio lavora come freelance nel mondo del giornalismo e della comunicazione digitale. Si occupa di sensibilizzazione e promozione come attivista per i diritti umani e civili. Ha fondato la onlus Vorreiprendereiltreno, diventata un punto di riferimento nazionale per la disabilità. È appena uscito il suo libro Parigi XXI,ed. Miraggi, con prefazione di Guido Catalano “Questa è una raccolta di poesie d’amore che secondo me è un concept album. Un’unica storia d’amore spezzettata in tanti frammenti, in attimi descritti splendidamente da Jacopo” Guido Catalano. “ParigiXXI” è stato un viaggio, un’escursione, un safari mentale. La mia ancora di salvezza. Il miglior modo che potessi trovare per esorcizzare alcuni lividi” Iacopo Melio
Aperitivo

giovedì 1 dicembre ore 18 – Teatro Laboratorio (ex arsenale)
DESIDERABILI
Incontro con Adriana Belotti e Elisa AG Arfini per conoscere il progetto DesiderAbili, nato nel 2016 a Verona da un gruppo eterogeneo di persone, con l’intento di promuovere l’autoderminazione delle persone con disabilità, partendo dal diritto di accesso alla sessualità.
BOUDOIR DISABILITY
Parlano di questo progetto fotografico l’autrice degli scatti Micaela Zuliani e Francesca Moscardo, una delle modelle.
IMMAGINARIO E FOTOGRAFIA SENSORIALE
Visioni e cecità. La condizione della donna con disabilità sensoriale. L’importanza dei cani guida nella nostra società con Micaela Zuliani (fotografa Portrait de femme), Laura Raffaeli (Presidente Blindsight Project), Simona Zanella (cane guida Blindsight Project).
KISS RITRATTI AL BACIO
Set fotografico a cura di Dismappa. Baci di coppia o baci a sorteggio per foto al bacio!
TERRENI KAPPA IN CONCERTO
Presentano in anteprima assoluta il loro album  di  esordio  Ripples  in  the  Lagoon  (Zeder  Records) Luca Crispino (basso), Luca Pighi (batteria) e Roberto Zantedeschi (tromba e filicorno). momento conviviale
venerdì 2 dicembre ore 18 – Teatro Laboratorio
UNLIMITED   WORKSHOP   –   MOVING   BEYOND   INCLUSION.   Lo   raccontano Anna
Consolati del Festival Oriente Occidente, responsabile dei Progetti Europei e delle proposte sulla danza inclusiva, Giorgia Panetto (insegnante) e alcune allieve di Diversamente in Danza che hanno partecipato al workshop: Miriam Cassini, Alessandra e Martina Zanella–
TEATRO SOCIALE E DI COMUNITÀ Lo racconta il drammaturgo e regista Mimmo Sorrentino (docente di “teatro partecipato” presso la scuola Paolo Grassi di Milano. Il suo lavoro si ispira ad un metodo proprio delle scienze sociali: “l’osservazione partecipata” (Premio Enriquez per l’impegno civile 2009; Premio ANCT – Teatri delle diversità, 2014)
momento conviviale
ore 20.45 Teatro Camploy – L’Altro Teatro – Alessandro Bergonzoni (è stato testimonial della Casa dei Risvegli Luca De Nigris)  in NESSI

sabato 3 dicembre  – Teatro Laboratorio
tutti gli eventi della giornata con interprete LIS
ore 17.00 LA COPERTA LILLA reading del racconto M. Pezzani, voce recitante Martina Colli
ore  17.10  CULTURA  SORDA  –  INCONTRO  CON  DARIO  SPARAPAN   Presidente   ENS
sezione Verona
ore 18.45 IL PIANO B  reading del racconto di L. Brilli (premio «Storie di donne» 2016)
momento conviviale
ore 19.30 – film LA FAMIGLIA BÉLIER di Eric Lartigau 2014 (premio Salamandre d’or – Premio del pubblico 2014). Nella famiglia Bélier, sono tutti sordi tranne Paula, che ha 16 anni. Nella vita di tutti i giorni, Paula svolge il ruolo indispensabile di interprete dei suoi genitori, in particolare nella gestione della fattoria di famiglia. Un giorno, incoraggiata dal suo professore di musica che ha scoperto che possiede un dono per il canto, decide di prepararsi per partecipare al concorso canoro di Radio France. Una scelta di vita che per lei comporterebbe l’allontanamento dalla sua famiglia e l’inevitabile passaggio verso l’età adulta.

domenica 4 dicembre – ore 16.30 Teatro Laboratorio
DEL MONDO CHE AMO spettacolo teatrale di Giordano V. Amato con Eliana Cantone – Compagnia Mutamento Zona Castalia

Viaggio intimo ed emozionante nel mondo di Niccolò, un bambino autistico e, in parallelo, l’odissea di una mamma, fatta di rabbia, sconforto, paura, senso di colpa, ma anche di perseveranza e amore incondizionato. Tra sorrisi e ironia. Da 10 a 99 anni.

lunedì 5 dicembre ore 11 – Teatro Laboratorio DEL MONDO CHE AMO replica per le scuole

Il Festival è organizzato grazie al contributo Amia, Banca Popolare di Verona, Agsm e Comune di Verona, di cui gode del patrocinio. L’ingresso è fissato al prezzo simbolico di 1 euro eccetto spettacolo di Alessandro Bergonzoni al Teatro Camploy – L’Altro Teatro (il Teatro Laboratorio fa parte dei teatri 10 e lode. Le persone con disabilità e l’accompagnatore pagano sempre – per tutta la stagione – euro 1+1).
Info 045/8031321 – 3466319280 info@teatroscientifico.com www.teatroscientifico.com


6 dicembre 2016
Simona Zanella di Blindsight Project ci parla del “Non c’è Differenza Festival 2016” e di accessibilità
di Lorena Liberatore
un frame dal video “Un giorno al buio”, Laura Raffaeli e Simona Zanella
un frame dal video “Un giorno al buio”, Laura Raffaeli e Simona Zanella
Si è concluso ieri, 5 dicembre, il “Non c’è Differenza Festival 2016” tenutosi a Verona e nel quale spicca per particolarità il progetto “L’Immaginario e la fotografia sensoriale – visioni e cecità”, comprensivo di fotografie esposte scattate sia da chi vede, come Micaela Zuliani, sia da chi è cieca come Laura Raffaeli (presidente di Blindsight Project). Le foto sono accessibili anche a chi non vede, offrendo una descrizione testuale, grazie ai codici QR realizzati da Sergio Muzzolon e con i testi descrittivi di Fulvia Bernacca (fotografa).
All’interno ha una sua particolare importanza il video “Un giorno al buio”, di cui sono protagoniste Laura Raffaeli e Simona Zanella (che nella Blindsight Project si occupa di Cane Guida e Accessibilità). “Un giorno al buio” punta i riflettori sulle difficoltà delle persone disabili della vista, suggerendo semplici soluzioni per semplificare la vita quotidiana: in primo piano le due donne e i loro cani guida che le accompagnano per la città e nei negozi di Milano. Video, riprese, testi e montaggio sono di Micaela Zuliani, il video è accessibile grazie all’audiodescrizione realizzata da Vera Arma di CulturAbile.it, partner di Blindsight Project per lo spettacolo e la cultura accessibili.
Tutto è nato da una domanda: può una persona cieca fotografare? Laura Raffaeli è stata investita e ha perso la vista, oggi per fotografare usa l’udito e la memoria visiva per raccontare la realtà intorno a lei. Laura da donna vedente ha lavorato come fotoreporter e questo oggi l’aiuta non poco nelle sue imprese fotografiche; ma ciò dimostra anche che con un po’ di fantasia, di tecnica e di ingegno è possibile per un cieco scattare delle foto, e produrre vere e proprie opere d’arte.
«Il festival dura 4 giorni, e all’interno vengono presentati vari progetti. Micaela Zuliani, fotografa, ha proposto questo lavoro [“L’Immaginario e la fotografia sensoriale – visioni e cecità”] a noi di Blindsight Project, e in particolare a Laura poiché incuriosita dalla sua passione per la fotografia» racconta Simona Zanella in un’intervista telefonica rilasciatami per l’occasione (sabato 3 dicembre). Il progetto parte dall’unicità di questo lavoro fotografico, poiché legato a qualcosa di inaspettato e che in un primo momento la gente non comprende del tutto, non consueto per i più semplici e banali processi logici: delle fotografie scattate da una persona cieca. Tale argomento è anche occasione per «allargare il discorso dalla disabilità in generale alla donna cieca in particolare». Sottolinea però come un simile esperimento possa dare buoni risultati quando una persona cieca ha potuto vedere in una prima fase della propria vita, e quindi conserva nella propria memoria alcune immagini visive; ciò aiuta a immaginare le descrizioni, a costruire nella mente un’idea più o meno simile all’originale contenuto nella foto. Ma per una persona che non ha le «categorie mentali» legate ai colori e a determinati oggetti, o cose, l’esperimento può risultare molto difficile, talvolta impossibile. E non bisogna dimenticare l’influenza di un’altra variabile: anche se una persona cieca ha potuto vedere in una prima fase della propria vita, col passare del tempo il ricordo delle immagini e dei colori si affievolisce, tutto diventa più confuso, meno nitido, più «offuscato». La stessa Simona mi racconta: «Io stessa mi rendo conto che non so più bene cos’è di preciso una variante di colore rispetto a un’altra, ricordo meglio i colori fondamentali ma degli altri qualcosa. È un ricordo che si offusca, un po’ appannato. Più passa il tempo e più aumenta la nebbia, e più si fa tutto un po’ uguale… come succede un po’ nei sogni». Al momento non sono previste repliche, «è stata una proposta che, appena arrivata, abbiamo realizzato nel giro di 20 giorni, quindi non abbiamo ancora avuto il tempo di pensarci». Le chiedo se c’è stato in passato qualcosa di simile: «Sì ci sono stati anche dei bandi al riguardo, ma il nostro lavoro è un punto di partenza non un punto di arrivo», sottolineando come in realtà faccia parte di un progetto più ampio e a lungo termine. «Ciò su cui ci siamo concentrati in particolare è stato rendere il più accessibile possibile tutto il materiale» (fotografie e video). Le chiedo come si fa a rendere accessibile una foto a chi non vede: «noi abbiamo cercato di dare un’idea, in linea di massima, di cosa fosse rappresentato nelle foto. Abbiamo cercato di renderle accessibili mettendoci la descrizione testuale con i codici QR, facendo in modo che avvicinandosi con uno smartphone all’immagine partisse poi la descrizione. Ognuno, semplicemente, con il proprio smartphone e i propri auricolari poteva capire che cosa veniva rappresentato in quella foto», e aggiunge che «il video (girato non più di 15 giorni fa) è stato tutto audiodescritto da CulturAbile che collabora con Blindsight già da parecchi anni. Nonostante i tempi, molto stretti, e con poche possibilità economiche i risultati sono stati soddisfacenti!».Infatti «l’interesse primario è estendere l’attenzione alla disabilità sensoriale vissuta da una donna e le sue difficoltà nella vita quotidiana. Già una donna normalmente è discriminata nella nostra società, con una disabilità si ritrova a dover vivere un disagio ancora più forte… Il video è anche uno spaccato di vita: due amiche cieche si incontrano e mostrano le loro difficoltà quotidiane con una passeggiata per le strade di Milano».
A metà telefonata ormai chiacchieriamo come due buone amiche e mi spiega il suo prezioso compito nella Blindsight: «Mi occupo del cane guida e di diffondere la conoscenza al riguardo, soprattutto all’esterno e alle persone vedenti che non sanno i diritti del cane guida; ma anche per i disabili sensoriali, perché sappiano le difficoltà e l’impegno che richiede avere un cane guida. Porto informazione anche nelle scuole, occupandomi in particolare di quei disabili sensoriali che subiscono discriminazioni».
Tema frequente e spesso affrontato è proprio l’intolleranza nei confronti del cane guida il quale, pur essendo un cane da lavoro e non da compagnia, e avendo il diritto di poter entrare in tutti i luoghi pubblici, viene rifiutato per paura e pregiudizio. Spesso succede «che dopo tanta attesa e burocrazia una persona cieca riesce finalmente ad avere il suo accompagnatore a quattro zampe, richiesto due o tre anni prima (perché le liste d’attesa sono lunghe), ha superato le commissioni che valutano se la persona è idonea per il cane, ha vissuto di tante speranze e magari dopo 15 giorni che ce l’ha si vede rifiutata proprio nel supermercato sotto casa! Ecco, lì ti crolla il mondo addosso perché ti rendi conto che dopo aver fatto tutto quel percorso trovi altre difficoltà!».
Argomento ancora sconosciuto a molti è il bastone bianco e rosso: «Il bastone per ciechi è bianco, completamente bianco; quando è anche rosso vuol dire che la persona che ce l’ha non è soltanto cieca ma è anche sorda, quindi ha una doppia disabilità e doppia è l’attenzione che dovrebbe avere da parte di chi si trova alla guida. Se una persona è anche sorda in realtà dovrebbe poter mettere il bastone avanti, aspettare un attimo, gli automobilisti dovrebbero capire che è cieca e sorda e in ogni caso dovrebbero fermarsi. Ma praticamente non lo fa quasi nessuno! Spesso pensano che il bastone è così per vezzo… È stato significativo scoprire che a Roma molti poliziotti della questura non conoscono il vero significato delle fasce rosse».
Prima di lasciarci parliamo del docufilm a firma Blindsight, in preparazione in questo periodo, e «che richiamerà l’attenzione sulla donna disabile, accompagnando tre disabili sensoriali nelle loro difficoltà e nelle più svariate situazioni. Si parlerà della violenza, perché le persone disabili ne subiscono in maniera anche superiore. Ma si parlerà anche della maternità, di matrimoni, di quello che riguarda un po’ tutte le donne, anche dal punto di vista della cura della persona, dell’autostima». Perché è importante affrontare queste tematiche e dalla prospettiva di chi le vive quotidianamente.