CLITENNESTRA
da Eschilo, Euripide, Marguerite Yourcenar

diretto e interpretato da
Isabella Caserta e Jana Balkan

Un amore devastante che travalica la morte. Clitennestra: vittima o carnefice?
La rivisitazione del mito classico proposto in chiave di contemporaneità da Marguerite Yourcenar, che sorregge la partitura letteraria con costante afflato poetico, offre agli spettatori – giudici di oggi – l’assassinio di Agamennone, perpetrato dalla moglie Clitennestra.
Nella mitologia greca Agamennone le aveva ucciso il primo marito e il figlio neonato, poi sposatala aveva avuto con lei quattro figli e sacrificato alla dea Artemide la figlia Ifigenia per propiziarsi il viaggio verso Troia. Dopo dieci anni di assenza torna portando con sé Cassandra, bottino di guerra/concubina. Clitennestra, con l’aiuto del suo amante Egisto, uccide Agamennone.
Nella rilettura di Yourcenar Clitennestra ha già compiuto l’assassinio e lo rievoca fondendo passato e presente in uno spazio atemporale, mettendo a nudo il suo cuore sanguinante e ancora, nonostante tutto, follemente innamorata di Agamennone.
Fuochi di Yourcenar, di cui fa parte Clitennestra, presenta una serie di ritratti interiori frutto di una violenta esperienza d’amore dell’autrice.
Nello spettacolo, che incarna la fusione dei due progetti del Teatro Scientifico Femminiletrapassatopresente e #amorlietomalatonegato, la voce di Clitennestra si interseca e alterna con i pensieri dell’autrice.
Clitennestra è una donna che prima di essere carnefice è stata vittima, che si libera della nomea di criminale a cui la storia l’ha condannata: una donna che si ribella alla violenza che ha subito come moglie e madre e che pagherà il suo gesto con la vita (sarà uccisa dal suo stesso figlio), una donna che ci porta in una dimensione estrema dei sentimenti, una donna che come assassina non può essere assolta, ma forse capita.

Musiche originali di Bruno Marini
Cristina Mazza (sax alto, percussioni e voce) – Bruno Marini (sax baritono – flauto) – eseguite dal vivo da Andrea Cortelazzo (pianoforte)

La voce di bambina è di Angelica Caserta – scene e costumi Laboratorio Teatrale – Produzione Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio
Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale al Teatro Romano di Verona il 7 agosto 2020

ESTRATTO STAMPA
“TEATRO ROMANO. Isabella Caserta ammalia nello spettacolo che incarna la fusione dei due progetti del Teatro Scientifico: Femminiletrapassatopresente e #amorlietomalatonegato.
Clitennestra di Marguerite Yourcenar nella trasposizione scenica firmata da Isabella Caserta e Jana Balkan, venerdì 7 agosto 2020, al Teatro Romano conclude magistralmente la prima parte dell’Estate Teatrale Veronese. La nuova produzione del Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio di Verona, in prima nazionale, ha regalato al pubblico veronese una serata di passione… Regia ineccepibile, senza sbavature… Sul palco Isabella Caserta ammalia, confermandosi grande mattatrice. In scena con lei la Balkan che ne raddoppia il personaggio, raggiungendo spessore, profondità e sapienza.
La scena si apre con Clitennestra, donna terribile, fedifraga e assassina in piedi davanti ai giudici: ‘Ora vi spiegherò tutto, Signori della Corte’. La donna inizia così a rivendicare le ragioni del suo delitto attraverso un’autodifesa che chiama in causa i fantasmi più profondi. Il pubblico diventa la corte che la giudica, ma diventa anche il popolo di tutte donne in attesa del ritorno del marito soldato. È l’amore, carnale, folle, disperato, irraggiungibile nella sua compiutezza che condanna Clitennestra: ‘Lottavo di giorno contro l’angoscia, di notte contro il desiderio, sempre contro il vuoto… Signori della Corte, esiste un solo uomo al mondo: il resto, per ogni donna, non è che un errore o un malinconico surrogato. E l’adulterio non è sovente che una forma disperata della fedeltà’, così il tradimento perpetrato per anni nei confronti del marito diviene strumento per capire fino a che punto sia insostituibile Agamennone. Le sue parole rivendicano la dignità vilipesa e calpestata, rivelano un cuore ferito, sanguinante ma sempre vivo e pieno di desiderio… Il ritratto tinteggiato da Yourcenar e magnificamente reso da Isabella Caserta è quello di una donna trafitta da un dolore talmente acuto da travalicare la morte…” (Cinzia Inguanta “VeronaIn” 8 agosto 2020)

“Cristalli di sangue, passione e musica nella Clitennestra di ieri e oggi… Alla serata sold out il pubblico ha applaudito con vigore l’allestimento che vede interpreti e alla regia Isabella Caserta e Jana Balkan nella trasposizione del libro di liriche “Fuochi” della grande scrittrice francese Marguerite Yourcenar che rende il mito greco della moglie che uccide il marito, argomento di stretta attualità. La vasca da bagno old style con i piedi e dal colore inquietante che sembra appena lavato con la varechina per togliere ogni traccia, è sistemata alla destra della scena e non suggerisce certo pensieri di ristoro ma trasporta subito lo spettatore nella dimensione attonita della scena scarna, essenziale per volontà registica affinché emerga la forza della parola. Diretto come un pugno è infatti il racconto intermittente di come andarono le cose riguardo il rimpatrio da dieci anni di guerra di Troia di Agamennone, marito di Clitennestra… Come in un processo Clitennestra, folle per amore e per dolore, si apre ai giudici e non lesina i dettagli del proprio percorso passionale violata dall’infanticidio e dal tradimento, nonché di strazio, tutto allo stesso tempo come un gomitolo intricato, fino all’atto tragico… interpretazione sanguigna di Isabella Caserta che utilizza un eloquio che potrebbe essere cronaca d’oggi … in un alternarsi di umori, la recitazione di Jana Balkan è eco del mito resa con la solennità saggia … e rappresenta, nella veste di alter ego della stessa Yourcenar, la grandiosa potenza del teatro classico quale modello di attualità. Efficaci inoltre le scelte coreografiche che assumono valenza scenografica quando le attrici diventano un tutt’uno con un lungo drappo rosso e volgono le spalle alla platea, prima l’una e poi l’altra, come fossero il Giano bifronte a voler lasciare aperta la risposta di chi sia carnefice e chi vittima in una storia che la cronaca nera conosce bene e non solo quando si parla di femminicidio. Uno spettacolo che la musica … ha cristallizzato creando solitarie atmosfere metropolitane dell’anima.” (M. Pezzani “L’Arena” 10 agosto 2020)

“Rileggendo Clitennestra, vittima non carnefice. Desdemona, Beatrice Cenci, Rosaura e ore Clitennestra. Donne come grumi di coscienza, coaguli di passioni esplose e inesplose, devastanti e devastate. Isabella Caserta il 7 agosto al Teatro Romano vestirà i panni sanguinolenti e passionali del personaggio mitico rivisitato in chiave contemporanea dalla penna di Marguerite Yourcenar… La voce di Clitennestra si interseca e alterna con i pensieri dell’autrice in un raddoppiamento del personaggio… Estrema è la passione che agita l’eroina consegnata alla storia come fedifraga assassina. Ma a giudicare se è vittima o carnefice sarà il pubblico…”. (Simone Azzoni “L’Arena” 3 agosto 2020)

“Isabella Caserta, Clitennestra contemporanea al Teatro Romano. ‘La violenza non è mai la soluzione per qualsiasi motivo sia compiuta’: sono le parole dell’attrice e regista Isabella Caserta che stasera alle ore 21 debutta, già sold out, in prima nazionale al fianco di Jana Balkan al Teatro Romano in ‘Clitennestra’, per la rassegna Estate Teatrale Veronese organizzata dal Comune di Verona… ‘Clitennestra è stata consegnata alla storia come una moglie fedifraga che uccide il marito Agamennone di ritorno dopo dieci anni dalla guerra di Troia – spiega la Caserta – ma egli le aveva ucciso il figlio neonato che lei aveva avuto dal primo consorte. Clitennestra ha comunque altri quattro figli da lui che però torna da Troia portandosi come bottino di guerra e concubina Cassandra. Ci chiediamo perciò e lasciamo aperta la risposta. Clitennestra è carnefice o vittima? Donna che si ribella?’. I legami col mondo d’oggi e la violenza sulle donne emerge da questo allestimento che attinge al grande teatro del mito greco ma oltrepassa i confini del tempo come afferma la Caserta. ‘Si può dire che ci siano attinenze con le vicende attuali sulle donne, e lo spettacolo rappresenta la summa fra i nostri progetti dal titolo femminiletrapassatoepresente e #amoremalatonegato in cui tocchiamo temi attinenti il femminicidio e la violenza di genere, sempre con un occhio analitico circa le problematiche degli aggressori. ‘Jana Balkan interpreta l’autrice Yourcenar che si identifica nel personaggio tramite uno sdoppiamento della stessa figura come nel libro scritto dall’autrice in seguita a una sua dolorosa crisi passionale’, precisa la Caserta. ‘Nel testo, Clitennestra è sempre innamorata di Agamennone, nonostante tutto, e il suo è un amore folle che travalica la morte e si condensa specie nella sua frase ‘Io ti amo come una folle’ – prosegue la Caserta – Questa tragedia, dunque, racconta la ribellione a destini già segnati nonché la non accettazione dei soprusi anche se compiuti da un uomo che si ama follemente, ma condanna la violenza a cui bisogna sottrarsi. Occorre cercare aiuto, senza arrivare al gesto estremo di Clitennestra e i miti greci ci parlano chiaro. I personaggi della mitologia e del teatro classico infatti sono universali, ancora capaci di parlare all’uomo d’oggi. Sono giganti perché oltrepassano le epoche, incarnando tematiche senza tempo.” (M. P. L’Arena” 7 agosto 2020)

“Un amore devastante che travalica la morte. È quello di Clitennestra, personaggio mitologico che l’attrice regista Isabella Caserta “cuore del Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio, porterà in scena al Teatro Romano di Verona il 7 agosto alle 21 all’interno dell’Estate Teatrale Veronese. Diretto e interpretato dalla stessa Caserta e da Jana Balkan (“anima” della storica compagnia teatrale veronese)… Al Teatro Romano vedremo una Clitennestra diversa, una donna estrema, radicata nel mito greco ma differente, ripresa da un testo di Marguerite Yourcenar.
Isabella perché la scelta di questa Clitennestra? Perché racchiude i due progetti del Teatro Scientifico femminiletrapassatopresente e #amorlietomalatonegato e ne rappresenta la summa. Avevamo scelto questo testo prima del Covid. Ci interessava lavorare su di un punto di vista differente rispetto a come viene consegnata alla storia Clitennestra, metterci dalla parte di lei e capire che cosa spinge una donna a un atto così estremo. Rispetto a Penelope, fedele sposa in attesa del ritorno del marito, Clitennestra è stata consegnata alla storia come una donna fedifraga, che uccide il marito di ritorno dopo dieci anni di guerra.
Ma in Clitennestra chi è la vittima? Nella mitologia greca Agamennone le aveva ucciso il primo marito e il figlio neonato, poi sposatala aveva avuto con lei quattro figli e sacrificato alla dea Artemide la figlia Ifigenia per propiziarsi il viaggio verso Troia. Dopo dieci anni di assenza torna portando con sé Cassandra, concubila/bottino di guerra. Clitennestra, con l’aiuto del suo amante Egisto, uccide Agamennone. Il testo di Yourcenar propone la rivisitazione del mito classico in chiave di contemporaneità e sorregge la partitura letteraria con costante afflato poetico. Clitennestra nasce da una grande crisi passionale di Youcenar ed è un amore devastante che travalica la morte.
Che ruolo ha la musica qui? Aumenta il ritmo delle parole oppure è l’inverso? Abbiamo lavorato per una fusione delle due cose. Abbiamo iniziato con l’improvvisazione per arrivare a codificare una partitura comune, lasciando comunque ancora un po’ di spazio per la creatività del momento…
Yourcenar fa dire a Clitennestra, rivolta alla corte che deve giudicarla (e al pubblico): “I vostri delittuosi pensieri, le vostre smanie inconfessabili affluiscono giù dai gradini e vengono a riversarsi in me, e così una specie di orribile andirivieni fa di voi la mia coscienza e di me il vostro grido”. Isabella, non trova che questa sia una bellissima metafora del teatro?
Sì, perché rappresenta una condivisione e un interscambio tra palcoscenico e platea, dove il teatro si fa portavoce e cassa di risonanza dell’inconfessato.
Amore malato e violenza: si è pensato anche di modificare il finale della Carmen. Ma c’è qualcosa che non si può mettere in scena? Dove deve fermarsi lo sguardo di un regista?
Non penso che il teatro abbia il compito di edulcorare la realtà, anzi penso che sia giusto che induca alla riflessione sul presente sia quando è comico che quando è drammatico.
Clitennestra si aggiunge al repertorio di donne che lei ha interpretato: quali esprimono in maniera più completa lati del suo carattere e della sua personalità?
In ogni personaggio che interpreto c’è un po’ di me. Considerando che le cose che più odio sono ingiustizie, menzogne e violenza, mi vengono in mente personaggi che queste cose hanno subito e combattuto, come Desdemona, Beatrice Cenci, ma anche Iudit, la goldoniana Rosaura de “La vedova scaltra” che si ribella alle convenzioni e sceglie di scegliere. Donne forti, che combattono e cercano di essere artefici del loro destino…” (Giulio Brusati “The Week” 26 luglio 2020)


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